lunedì 15 novembre 2010

Review: Dead Rising 2


Provato per PlayStation 3
Formato PS3, 360, PC
Prodotto Capcom
Sviluppo Blue Castle Games

Release Date
24 settembre 2010 (EU)
28 settembre 2010 (US)
30 settembre 2010 (JP)

Di giochi cult, nella nuova generazione, ce ne sono ancora pochi. Uno di questi, però, è riuscito a crearsi un grande seguito di fan. Stiamo parlando di Dead Rising. Ambientazione da film horror di serie B, zombi a non finire e tanto tanto macabro umorismo. Una vera perla rara, un gioco il cui successo va al di là dei pareri della critica. Mi interrogo ancora sul fatto se sia giusto oppure no che questi cosidetti videogiochi cult abbiano bisogno o meno di un seguito. Forse queste perle dovrebbero rimanere tali, e il loro nome non dovrebbe mai essere affiancato da un numero; o forse no. Dead Rising, comunque sia, ha avuto un seguito. E siamo qui per parlare proprio di questo. Dead Rising 2, di Capcom, è stato sviluppato da un team di sviluppo occidentale, i Blue Castle Games, con l’attenta supervisione, però, del papà della serie, Kenji Inafune. Una vera garanzia. Segno di una decisa svolta? No, vi diciamo subito, infatti, che chi ha giocato al primo capitolo si troverà subito a proprio agio. Forse anche troppo.


Forse anche troppo dicevamo. Già, perché nella struttura di gioco non è cambiato esattamente nulla. Si avranno, di nuovo, le 72 ore di tempo prima che l’esercito decida di fare di voi polvere del deserto. Proprio il tempo, così come in Dead Rising, sarà il principale avversario del nuovo grande protagonista, Chuck Greene. Sua figlia Katey, infatti, è malata, e per bloccare il male che la porterebbe a diventare un piccolo zombie, ha bisogno dello Zombrex, un medicinale che deve assumere ogni 24 ore. La medicina, naturalmente, dovrete recuperarla voi e portarla a Katey ogni volta che ne avrà bisogno. Chuck Greene è un vero super papà. La trama prenderà anche altre pieghe che non vi stiamo qui a raccontare per ovvi motivi; riesce, comunque, a rimanere interessante, con continui colpi di scena. Buona la regia, se non fosse che ad un certo punto nel  finale la storia sembra raccontata in fretta e furia, con un abbassamento qualitativo proprio della regia.


Rispetto al primo capitolo le novità sono poche. Una di queste è la possibilità di combinare oggetti tra di loro, al fine di creare armi sempre più potenti e strane. Il massacro a Fortune City è tanto divertente quanto brutale! I deboli di cuore sono avvertiti. Sul lato tecnico gli elogi non si sprecano purtroppo. La grafica è un potenziamento di quella vista nel Willamette Mall e, per quanto solida, non riesce più a sorprendere. Quello che sorprende, invece, è la quantità di zombie presente su schermo e la vastità delle aree. Incredibile. A fronte di questo, però, dobbiamo dire che i cali di frame rate non sono una rarità ed i tempi di caricamente tra una zona e l’altra, oltre ad essere frequenti, sono anche un po’ lunghetti.



Conclusioni
Un breve ritaglio per parlare della modalità online. Tutto Dead Rising 2 può essere affrontato da due Chuck Greene, in modalità co-op. Inutile dire che il divertimento raddoppia. Sono presenti anche dei minigiochi per quattro concorrenti. Divertenti e ben fatti. Cosa dire in conclusione? Tutti i fan che temevano una trasformazione, in virtù del nuovo sviluppatore occidentale, possono stare più che tranquilli. Dead Rising 2 ripercorre, forse anche troppo fedelmente, le orme del suo mitico predecessore. E se è vero che nutro dei dubbi nel dare seguiti a giochi cult che dovrebbero rimanere unici, e anche vero che Dead Rising 2 presenta storia e personaggi così ben fatti che privarcene solo per uno stupido ragionamento sull’unicità dei giochi è inaccettabile. Decisamente. [87]

Genma-Sensei

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