Forse non tutti sanno cos’è il Cero. Avete presente il nostro Pegi? Bene, il Cero altro non è che il controllo, come dire, contenuti, del Giappone. Ma perché chiamare una rivista Cero Z? Questo “bollino” (Z) rappresenta una versione potenziata del 18+. Non solo i contenuti dei giochi targati Cero Z non sono adatti ai minori, ma sono anche ritenuti capaci di toccare la sensibilità degli adulti. Per questo, nel paese del Sol Levante, un gioco Cero Z è un gioco adatto solo ad un certo pubblico. Attenzione però, Cero Z, la rivista, questa rivista, non ha nulla che possa urtare la sensibilità di alcuni. Cero Z tratta solo titoli selezionati. Questi titoli non vengono scelti con un criterio razionale o schematico. A dire il vero non c’è un criterio che Cero Z segue quando decide di trattare un particolare gioco. Certo è che non vedrete mai in questa rivista un Uncharted 2 o un Gears of War. Così come sarà improbabile che Cero Z tratti di un Halo. Cero Z tratta titoli strani, titoli con un passato travagliato, titoli folli, creati da personalità sopra le righe, geniali, sorprendenti; titoli inaspettati, seguiti di giochi che, in un modo o nell’altro, non hanno rispettato le attese, tradendole oppure innalzandole oltre l’immaginario collettivo. Iniziamo con un pezzo di storia, con un titolo che forse non rappresenta pienamente la filosofia di Cero Z; non fosse che Ultimate Ghosts’n Goblins per PSP altro non è che il sogno degli appassionati quando ripensano alle innumerevoli ore passate davanti quel cabinato. Non ci sono pixel nei sogni, non ci si ricorda della datata veste grafica. Tutto ciò che si ricorda, è esattamente come il remake fatto da Capcom. Ed è così che Ultimate Ghosts’n Goblins entra di merito in Cero Z. In fondo, è un sogno che si avvera.
Genma-Sensei dall'editoriale del primo numero di Cero Z
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