domenica 27 marzo 2011

Review: The Saboteur


Provato per PlayStation 3
Formato PS3, 360, PC
Prodotto Electronic Arts
Sviluppo Pandemic Studios

Release Date
3 dicembre 2009 (EU)
8 dicembre 2009 (US)

Brutto mestiere, quello del sabotatore. Con le mani sempre sporche di grasso e odore di polvere da spero ovunque. Per non parlare delle mille persone, siano essi nemici, oppure malcapitati amici, sulla coscienza. E sempre in tema di coscienza, nemmeno quella di EA dovrebbe essere del tutto a posto, visto che Pandemic, dopo essere stata acquisita proprio dal colosso americano, è stata anche costretta alla chiusura. Questo The Saboteur è, volente o nolente, il loro ultimo lavoro. Il loro canto del cigno. Come ho già detto nelle Impressioni, il senso di incompleto o, quanto meno, di un lavoro non rifinito, si avverte fin da subito. Niente di così drammatico, capiamoci, ma un retrogusto amaro, talvolta non proprio piacevole, lo si sente. Quello che però più ci dispiace è che The Saboteur, quella rifinitura, se la proprio meritava. Il gioco, infatti, è ispirato e ben fatto. Le idee non saranno sicuramente originali, è vero, ma la realizzazione complessiva è più che buona, con una trama ben orchestrata e alcuni tocchi di classe non da poco.


Come la bellissima colonna sonora. Musiche dell’epoca, motivi azzeccati e d’autore. Sicuramente uno degli aspetti più positivi dell’intero gioco. Ma tutto l’audio in The Saboteur è ben curato. Stessa cosa, purtroppo, non si può dire della grafica. Già non del tutto perfetta, ma afflitta, anche, da numerosi bug. Come nazisti che camminano sopra a piattaforme invisibili, o poligoni che fluttuano a mezz’aria. Tutte pecche facilmente eliminabili con quella rifinitura che Pandemic non ha potuto effettuare. E la cosa la si avverte anche nel gameplay. Niente di frustrante o bug clamorosi. Certe volte, però, Sean non risponde come si vorrebbe ai comandi, vuoi, talvolta, che non riesce ad arrampicarsi in sporgenze quasi a raso, vuoi il non aggrapparsi, senza un apparente motivo, ai cavi a cui si è sempre riuscito ad attaccare con facilità.


Come avete capito The Saboteur non è perfetto. Ma ciò, però, non riesce ad oscurare quello che di buono il gioco offre. Se riuscirete a passare sopra agli errori, che poi sono più delle disattenzioni, sarete in grado di godervi un bel gioco, capace di tenervi incollato al teleschermo, joypad alla mano, grazie ad una bella trama, un gameplay che, per quanto rozzo, comunque sufficientemente efficace, ed un sistema gestionale della storia collaudato. Prendendo in prestito elementi da giochi come InFamous, GTA, Assassin’s CreedUncharted, Pandemic è riuscita a creare un gioco sicuramente poco originale, ma godibile e piacevole da giocare.



Conclusioni
Vai a dire delle volte “i casi della vita”. Proprio mentre Pandemic creava un gioco che sarebbe poi diventato The Saboteur, Electronic Arts decideva di chiudere lo studios. La storia di Sean, Veronique, Jules e compagnia rivoluzionaria, sarebbe diventata, quindi, l’ultimo lavoro della casa di Full Spectrum Warrior. Giocando a The Saboteur non si può non pensare a come sarebbe potuto essere se EA avesse concesso quei tre, quattro mesi in più necessari per far arrivare sugli scaffali un gioco rifinito nei particolari. Forse, però, la storia di The Saboteur sta tutta nel suo nome. E così, mentre Sean “gioca” al sabotatore con i suo nemici nazisti, EA ha dato più di un senso ad un nome che, davvero, dice tutto. The Saboteur, appunto. [74]

Genma-Sensei

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